Diete dimagranti o scelte di Salute?

Di seguito sottoponiamo alcune domande al dottor Luigi Oliva, medico dietologo e direttore dell’omonimo Ambulatorio Specialistico specializzato nella prevenzione e nella terapia dell’obesità, dell’anoressia e dei principali disturbi alimentari.

I centri dimagranti, le diete “commerciali”, i prodotti dimagranti possono mettere a rischio la tua salute?

Sai la differenza tra dietista, nutrizionista e dietologo ?

Di seguito sottoponiamo alcune domande al dottor Luigi Oliva, medico dietologo e direttore dell’omonimo Ambulatorio Specialistico specializzato nella:

  • prevenzione e nella terapia dell’obesità, dell’anoressia e dei principali disturbi alimentari.
  •  promozione degli stili di vita salutari orientati da analisi specifiche che è l’ultima frontiera della medicina specialistica antiage.

Dottor Oliva chi deve curare l’obesità?

In alcuni soggetti modificando di poco lo stile di vita si riesce ad ottenere un calo ponderale importante e definitivo. L’approccio dietetico educazionale e la motivazione ad un incremento dell’attività fisica possono essere una risposta adeguata. Nei soggetti che hanno una familiarità per l’obesità e una lunga storia di fallimenti dietologici la risposta deve essere medica, dietetica e psicocomportamentale. 
Medica, per la valutazione e la riabilitazione dello stato di salute, dietetica per una rieducazione nutrizionale, psico-comportamentale per la modifica di comportamenti e idee disfunzionali che causano e perpetuano l’obesità.

I soggetti con disturbi del comportamento alimentare, quali i binge  eating disorders, vanno trattati a livello psicologico e comportamentale con il supporto medico e dietetico.Vorrei segnalare la possibilità, per questo disturbo alimentare, di essere seguiti in presenza o a distanza>>> telemedicina

A chi compete la diagnosi?

Il medico dietologo/nutrizionista possibilmente esperto in disturbi del comportamento alimentare è il professionista a cui compete la diagnosi medica. Una valutazione psicologica deve, in alcuni soggetti, precedere la prescrizione del programma di terapia.

Attenzione a non confondere la figura del dietologo (medico specialista) con il/la dietista (laurea triennale) o con il nutrizionista non medico.

La terapia richiede tempo?

Vista la complessità dell’obesità, che spesso è una condizione di lunga durata, la terapia non può essere limitata ad una visita medica e alla sola prescrizione dietetica. Si propone, invece, un percorso strutturato che prevede incontri periodici. La persona va rieducata ma prima di tutto sostenuta. La modifica di alcuni comportamenti e la conseguente perdita di peso sono il rinforzo naturale alla motivazione al cambiamento che è il vero motore della terapia. Non bisogna proporsi di andare veloce ma lontano.

Oggi la dietologia più evoluta  offre risposte sempre più personalizzate in base al metabolismo, al DNA e allo studio del microbiota. La personalizzazione del “digiuno intermittente” scelta di salute che diventa anche dimagrante è una proposta che viene offerta dopo attenta valutazione medica.

In alcuni casi si propongono, inoltre, percorsi dimagranti “senza la dieta” e senza le calorie.

Se hai deciso puoi prenotare la prima visita o se hai dei dubbi ci puoi contattare telefonicamente o di persona per una prima consulenza gratuita.

 

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Percorso 1

con dietista

Si concentra sugli aspetti nutrizionali (dieta saziante e normalità dietologica)

67 € a incontro

Ciclo di 10 incontri – 600 €

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Percorso 2

con psicoterapeuta

Si indirizza sulla gestione delle emozioni, causa e conseguenza delle abbuffate (ad es., noia, rabbia, senso di colpa)

79 € a incontro

Ciclo di 10 incontri – 750 €

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Percorso 3

dietista + psicoterapeuta + supervisione del dott. Oliva

Prevede la contemporanea gestione degli aspetti nutrizionali ed emozionali.

98 € a incontro

Ciclo di 10 incontri – 950 €

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    Psicopatologie

    Nel proporre un piano di trattamento adeguato per i disturbi del comportamento alimentare risulta indispensabile il coinvolgimento di più figure professionali, con ruoli ben distinti ma allo stesso modo complementari, in un ottica di interdisciplinarietà volta al raggiungimento di un unico scopo: il benessere del paziente.

    Con il termine psicopatologie facciamo riferimento alle condizioni caratterizzate da una sofferenza, di origine psicologica, che investe gradualmente diverse aree della vita della persona (individuale, relazionale, lavorativa).

    Al giorno d’oggi, tali condizioni sono sempre più diffuse e meritano la giusta attenzione e cura. Tra i disturbi psicologici che arrivano più frequentemente alla nostra attenzione troviamo:

    • i disturbi d’ansia
    • i disturbi dell’umore
    • i disturbi somatici
    • i disturbi dell’alimentazione.

    Al di là dell’etichetta diagnostica, per chi si occupa di terapia è importante comprendere la sofferenza della persona e dare una risposta adeguata al suo bisogno. Per chi ne soffre, allo stesso modo, è importante comprendere che non si deve arrivare ad avere un disturbo conclamato per chiedere aiuto. Diversi sono i livelli si sofferenza che meritano il giusto ascolto e la giusta cura. È importante riconoscere le situazioni che stanno avendo un impatto negativo sulla nostra vita e confrontarsi con chi può aiutarci.

    Se pensi di aver bisogno di aiuto, hai la possibilità di fissare un primo colloquio con una delle terapeute dell’Ambulatorio per parlare della tua situazione e confrontarti sulle possibilità di sostegno. Il primo colloquio serve infatti a valutare la richiesta della persona per concordare successivamente un possibile percorso di supporto psicologico o psicoterapia.

     

     

    Interdisciplinarietà: un approccio globale

    I Disturbi del Comportamento Alimentare sono patologie complesse che coinvolgono il soggetto nella sfera psicologica, fisica e socio-familiare. Nella cura di questi disturbi non è proponibile una risposta univoca e generalizzata perché diverse sono le modalità con cui i soggetti esprimono l’alto grado di sofferenza.

    INTERDISCIPLINARIETA’: UNA RISPOSTA ADEGUATA AI DISTURBI ALIMENTARI

    La persona al centro della cura

    Dal punto di vista terapeutico, il programma di presa in carico del paziente inizia con un’informazione scientifica inerente la domanda di cura.

    Questo, che esternamente può apparire di scarsa rilevanza, consente alcuni passaggi fondamentali per la buona riuscita della terapia:

    – acquisire informazioni corrette, aggiornate e specialistiche sul disturbo e riconoscersi in esso.

    – dare un nome, medicalmente e socialmente riconosciuto, a un disagio e a tutto ciò che esso comporta.

    – venire a conoscenza di dati che rendono la persona consapevole del fatto che molti altri soffrono di quella data patologia.

    Tutto ciò consente al paziente di iniziare a vivere il suo problema non più come un inaffrontabile disturbo solo suo, isolato, sconosciuto o incurabile, bensì come un dato di realtà personale che può venire condiviso, preso in carica da addetti specificamente competenti e che può trovare soluzioni.

    Per molti nasce da qui e dalla descrizione dei percorsi proposti, quel minimo di coraggio, speranza in un miglioramento, fiducia negli specialisti e in sé, presupposti necessari per intraprendere un percorso di cura.

    Il passo successivo consiste nell’ascolto coinvolto del paziente, della sua storia e del disagio per cui si presenta.

    Ogni persona che arriva per una consultazione racconta e porta dei sintomi o parte di essi ben codificati e conosciuti all’interno di una data patologia del comportamento alimentare. Quello che non si conosce è la sua storia, la sua vita quotidiana e sociale, il modo di vivere il proprio corpo e la propria immagine.

    Il paziente è sempre portatore di una forte domanda bisognosa di risposte certe per un cambiamento possibile; è importante cercare di capire, valutare e dare forma concreta a questa domanda in modo attento e approfondito, ponendo particolare attenzione ai signifcati e alla reale richiesta. È necessario, per un ascolto attivo e coinvolto, un atteggiamento empatico in grado di valorizzare le parole del paziente e chiarire il significato che esse implicano,colmando la distanza tra quello che questo intende dire, pensa eprova e quello che il professionista comprende.

    E’ fondamentale per una terapia davvero efficace, porre innanzitutto al centro la persona nella sua totalità, sia prima che durante il trattamento.

    Dal punto di vista pratico ciò significa predisporre un tempo e uno spazio di ascolto adeguato in grado di accogliere il vissuto della persona, le sue aspettative, paure, difficoltà, ai fini di uno scambio aperto e rispettoso dei diversi punti di vista e di una comunicazione costruttiva su finalità e priorità tra professionista e paziente.

    Il percorso successivo di terapia avviene sempre nell’ottica della centralità, non del dimagrimento o dell’aumento del peso, del farmaco o del raggiungimento del risultato, bensì dell’individuo in cui tutto ciò si inserisce. Già a partire dagli aspetti che riguardano il concordare il piano alimentare, le visite e gli esami di carattere medico e nutrizionale, si pone sempre attenzione al contesto mentalepersonale ed emozionale entro il quale il dato fisico si inserisce. Il dubbio sulla riuscita e sulle proprie capacità, la scarsa fiducia in sé, le aspettative di cambiamento e le motivazioni, le cause, le difficoltà e gli errori, tutto entra a far parte del trattamento. Al controllo e cura del dato corporeo viene costantemente accompagnato un monitoraggio, un ascolto e un sostegno professionale di tutto ciò che sta al di là e dentro i sintomi fisici, visibili e misurabili.


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      Misura il metabolismo prima di metterti a dieta

      La calorimetria indiretta permette di conoscere il metabolismo del soggetto in esame e di poter prescrivere, quindi, una dieta ” su misura ” che garantisca una perdita di peso calibrata e costante e permetta di mantenere il risultato nel lungo periodo.

      Molto spesso i soggetti obesi hanno un metabolismo basale superiore rispetto ai soggetti normopeso e ancora maggiore rispetto a chi si trova in una condizione di sottopeso.

      Questo dato, apparentemente strano, rappresenta il tentativo dell’organismo di disperdere più calorie possibili per compensare l’eccessivo apporto alimentare. E’ il dato che permette di distinguere il soggetto, costituzionalmente magro, che ingrassa solo perché mangia in maniera eccessiva dall’obeso che non riesce a disperdere di più e quindi ad ingrassare più facilmente.

      In questa nuova ottica la dietologia moderna trae spunto e rivede l’impostazione delle diete ipocaloriche che diventano sempre più caloriche, perché rapportate al metabolismo del singolo soggetto: paradossalmente all’aumento delle calorie corrisponde una maggiore perdita di peso, una migliore e prolungata adesione al programma alimentare e una maggiore facilità nel mantenere i risultati raggiunti .

      La calorimetria diventa indispensabile al nutrizionista che vuole soddisfare le richieste energetiche sia nelle condizioni fisiologiche quali la crescita, la gravidanza, l’allattamento, l’invecchiamento, l’attività agonistica, sia nelle varie patologie che modificano le richieste energetiche: pazienti esposti a gravi traumi, ad esempio, in particolar modo gli ustionati, rispondono aumentando di molto la spesa energetica e se questa non viene adeguatamente soddisfatta la compromissione della massa magra che ne consegue può determinare un aumento di mortalità.

      Nel campo dietologico, inoltre, una prescrizione mirata evita l’adattamento metabolico che è la causa principale del recupero del peso che segue una dieta dimagrante sbagliata.

      Per dimagrire bisogna assumere la giusta quantità di cibo, educarsi alla propria normalità dietologica e muoversi il più possibile.

       

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        Misura il tuo grasso viscerale

        Il grasso viscerale è un fattore di rischio per la salute, aumenta infatti il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari come ipertensione, cardiopatia ischemica e metaboliche come diabete mellito di tipo 2

        Il Grasso viscerale (anche grasso addominale) fa riferimento al tessuto adiposo in eccesso che si concentra a livello della cavità addominale , distribuito tra tronco e organi interni.

        Può interessare tutti, magri e obesi ed è tipico degli uomini ma si riscontra anche nelle donne dalla menopausa in poi , a causa dei cambiamenti ormonali. La distribuzione del grasso infatti è ormonodipendente , gli estrogeni (ormoni femminili) indirizzano il deposito di grasso nella sede sottocutanea mentre gli androgeni (ormoni maschili) , l’insulina ed il cortisolo permettono un accumulo viscerale.

        Il grasso viscerale è un fattore di rischio per la salute, aumenta infatti il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari come ipertensione, cardiopatia ischemica e metaboliche come diabete mellito di tipo 2. Inoltre comprime il diaframma e limita l’escursione respiratoria contrastando l’attività dei polmoni incaricati di ossigenare il sangue con conseguenze di scarsa ossigenazione a livello cerebrale ed innalzamento dell’anidride carbonica. Le conseguenze dirette sono sonnolenza post-prandiale, addormentamento e colpi di sonno oltre a dispnea da sforzo e successivamente anche a riposo.

        Presso l’Ambulatorio Specialistico del Dottor Oliva è possibile analizzare il grasso intraddominale, la massa grassa totale a livello del tronco e la circonferenza ombelicale grazie allo strumento medicale Viscan.

        L’esame non è invasivo e viene effettuato in pochi minuti con il paziente in posizione supina: grazie alla tecnologia laser l’apparecchio misura la circonferenza ombelicale e utilizzando una fascia a 4 elettrodi posta direttamente  sull’addome effettua una bioimpedenziometria localizzata


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