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Aprile

2018

A colloquio con il nutrizionista

di Fabio Guarino (dicembre 2006)

Tratto da www.lostrillo.it, periodico di informazione e attualità.

Passeggiando per le strade delle nostre città, in metropolitana o nei locali, e d’estate al mare, si vedono sempre più spesso persone in sovrappeso o obese, e fra di loro molti giovani, e più si va avanti negli anni, più il numero di queste persone è crescente.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato l’allarme, indicando l’obesità e l’inattività fisica tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili ed inoltre ha individuato nell’obesità un vero e proprio problema di “salute pubblica di proporzioni epidemiche”.

Ogni anno, nel nostro paese, si spendono oltre 23 mld di euro per far fronte al problema che coinvolge oltre 5 milioni di persone di cui 800 mila gravi obesi (dati dell’ultimo convegno di chirurgia dell’obesità di Firenze).

Per capire meglio di cosa si tratta ho voluto raccogliere la testimonianza del dott. Luigi Oliva, medico nutrizionista, coordinatore di un team interdisciplinare che si occupa della cura dell’obesità e di problemi legati ai disturbi di tipo alimentare a Mestre (Ve).

Con il suo team, il dott. Oliva, applicando le direttive dell’OMS e del Ministero della Salute, ha sviluppato un programma che va al di là della semplice dieta alimentare, arrivando al concetto di “dieta funzionale”, inoltre ha realizzato un portale internet (www.obesita.org) attraverso il quale è in grado di dare assistenza on-line ai pazienti lontani e informazioni utilissime per comprendere i reali problemi portati dall’obesità e da tutti i disturbi dell’alimentazione.

Innanzitutto cos’è l’obesità?

L’obesità dal punto di vista morfologico è una malattia determinata da un eccesso di massa grassa, e per definirne il grado il metodo più semplice è l’indice di massa corporea (IMC) che si ottiene dal rapporto tra il peso espresso in kg e il quadrato dell’altezza espressa in metri. Spesso, però, ci si dimentica che dietro l’obeso c’è una persona che vive un forte disagio, un senso di fallimento e vive il senso di diversità rispetto agli altri. Nel 30-40% dei casi l’obesità è un disturbo da attacco compulsivo (DAI).

Perché non esiste un numero amico per l’obesità, così come per l’anoressia e altri disturbi alimentari?

Perché non sempre viene considerata una malattia e perché di fronte al dilagare di un problema emergente come questo, non c’è una adeguata risposta delle strutture pubbliche e non c’è tanta differenza tra nord e Sud dell’Italia.

Da che dipende il dilagare di questa patologia?

Gli obesi negli ultimi venti anni, sono aumentati, nei paesi occidentali, a dismisura, senza aumento dei consumi di cibo. Sembra strano, ma si mangia meno.

E allora…? Dalla sedentarietà e dalle diete dimagranti. Sì! Le diete dimagranti a lungo andare, è dimostrato statisticamente, diventano ingrassanti. I soggetti che si sottopongono a tali trattamenti tendono a rimettere gli stessi chilogrammi persi e anche di più.

Ad un primo incontro, che tipo di persone vi trovate davanti? “L’industria dimagrante” ed uso questo termine perché si tratta di una vera e propria industria, spesso profitta della labilità degli obesi, che diventano facile preda perché vogliono dimagrire e restano affascinati dalla promessa di poter mangiare quello che vogliono perché assumono la pillola che non fa assimilare i grassi. Invece fanno più danni che altro. Noi ci troviamo d’avanti ad una persona che ha una storia fallimentare alle spalle, dopo aver fatto diversi tentativi.

Come bisogna fare? Il medico, non dovrebbe consigliare una dieta dimagrante ma dovrebbe suggerire la modifica dello stile di vita. Il paziente non si deve trovare di fronte al bivio dieta sì o dieta no, ma fare una scelta di salute. Imparare ad investire sul proprio futuro, su una migliore qualità della vita.

In cosa consiste la dieta funzionale? Consiste nel mettere il paziente in una migliore situazione funzionale, educarlo non solo al consumo e all’alimentazione, ma anche nei pensieri e nel fare movimento. Il tutto supportati dai giusti strumenti diagnostici come ad esempio: La calorimetria che misura il dispendio energetico a riposo ovvero la quantità di calorie necessarie per lo svolgimento delle funzioni vitali. La bioimpedenziometria (BIA) è un esame di tipo bioelettrico per l’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea. L’armband è un rivoluzionario monitor multi-sensore, indossabile a “fascia” sul tricipite del braccio destro. Permette un monitoraggio continuo di variabili fisiologiche e di dati sull’attività fisica, calcola il dispendio energetico, il livello di attività motoria, rileva gli stati di sonno e veglia ed altri parametri quali il numero di passi, la temperatura esterna e quella della pelle, la conducibilità elettrica . Parametri utili per la definizione del ritmo e della qualità della vita, da oggi è possibile misurare anche le calorie consumate con le attività motorie giornaliere. La prescrizione dietetica sarà pertanto ancora più mirata alle esigenze individuali per aiutare il soggetto a gestire al meglio il peso corporeo. Da oggi, grazie a questi strumenti, è possibile misurare anche la sedentarietà.

In che percentuale l’obesità è un problema metabolico?  Quella che si definisce “Sindrome Metabolica” consiste in un accumulo di grasso viscerale che è spesso causa di malattie come ipertensione arteriosa; intolleranza glucidica; alterazione dei trigliceridi e del colesterolo. Per un medico è difficile prescrivere semplicemente un corretto stile di vita, è più facile prescrivere un farmaco. Fortunatamente si incominciano a sentire parole come “diabesità” per esprimere appunto, due aspetti della stessa malattia. Bisogna far capire al paziente che la sedentarietà porta ad un accumulo di grasso viscerale che è conseguenza di un aumento del colesterolo, dei trigliceridi ecc. Quindi se si elimina la causa, la sedentarietà, tutto torna alla normalità. Che non deve considerarsi un malato, che viene curato con la pastiglia, ma che deve migliorare il proprio stile di vita.

C’è ereditarietà nell’obesità?

Certamente, ci sono casi in cui, a parità di ambiente, alcuni soggetti hanno una predisposizione costituzionale a diventare obesi. Se si già da bambini si è obesi, nella maggioranza dei casi, si tratta di una probabile componente ereditaria. Invece, quando si diventa obesi da adulti è dovuto quasi sempre a fattori di tipo ambientale.

Che problemi ha un obeso nel relazionarsi con la società?

Sicuramente il “magro” nella società ha dei vantaggi; trova più facilmente lavoro; è più stabile, perché si ammala meno. Un obeso, ha degenze più lunghe e ha maggiori problemi di salute. Poi tutti i problemi legati all’aspetto e al rapporto con il proprio corpo. In conclusione, un corretto stile di vita, fatto di giusta alimentazione e movimento adeguato all’età del soggetto, aiuta a vivere meglio e più a lungo.