Telemedicina per la dietologia e telepsicologia

L’esperienza della terapia online, effettuata con numerosi pazienti, si è rivelata molto efficace, a volte addirittura in modo maggiore rispetto alla terapia “tradizionale”

Molte persone, per svariati motivi di tipo logistico, geografico o personale, non hanno la possibilità di frequentare le visite previste dal programma dietologico e/o psicologico  proposti dai centri specializzati.

La telemedicina in questi casi può rappresentare la soluzione ideale.

Utilizziamo la telemedicina dal 2006 riscontrandone un’efficacia elevata.

Proponiamo tre differenti percorsi:

  1. Percorso dietologico che prevede visita medica iniziale
  2. Percorso dietologico educazionale senza la visita medica iniziale
  3. Percorso psicologico online
Percorso dietologico che prevede visita medica iniziale

Al di fuori dei necessari incontri di persona da effettuarsi inizialmente per la diagnosi e durante il percorso come controllo, le “visite” vengono svolte online attraverso una piattaforma informatica creata ad hoc. Questo tipo di trattamento utilizza l’invio di materiale teorico-informativo, e questionari che il paziente compila e il terapista supervisiona, in modo da ricreare uno spazio di dialogo terapeutico e  di cura psico-comportamentale con la persona.

L’esperienza della terapia online, effettuata con numerosi pazienti, si è rivelata molto efficace, in alcuni casi in modo maggiore rispetto alla terapia “tradizionale”. Come riferiscono anche le persone stesse che hanno sperimentato tale modalità, vi sono alcuni aspetti da sottolineare che caratterizzano questo canale terapeutico, e che concorrono ad ottenere risultati positivi. Innanzitutto, viene promossa una valutazione del proprio stato di salute e di persona globale, cioè non monitorata solo attraverso i cambiamenti che avvengono sulla bilancia, bensì attraverso numerosi altri fattori che devono andare a comporre lo “stare bene”. Il fatto che il soggetto debba apportare una descrizione personale dell’andamento del programma, attraverso le risposte alle domande strutturate, comporta un’attivazione mentale e un impegno che lo rendono protagonista della cura: il nucleo della terapia diviene così man mano non il medico o la dieta, ma la persona stessa. Quest’ultima è così stimolata su aspetti fondamentali: l’autonomia, l’autoconsapevolezza, la gestione responsabile e personale del programma, e viene spinta a conoscere e sfruttare al meglio le risorse di cui già dispone o che possono essere incrementate.

Percorso dietologico  senza visita medica iniziale

Colloquio preliminare per verificare l’idoneità della domanda .

Fase di conoscenza finalizzata all’elaborazione di un programma dietologico altamente personalizzato

Incontro online periodici con la dietista e la supervisione medica

Percorso psicologico online

Il percorso online viene offerto anche nell’ambito della psicologia e della Psicoterapia. Le psicoterapeute del Centro hanno sviluppato un’importante esperienza nella terapia a distanza verificandone l’efficacia e la sostenibilità nel lungo periodo.

La presa in carico prevede una fase di valutazione iniziale e di conoscenza reciproca tramite 5 colloqui online.

Per verificare l’idoneità della richiesta offriamo una prima consulenza telefonica gratuita.

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    OSAS (Obstructive Sleep Apnea)

    Nella metà degli anni cinquanta venne descritta una sindrome caratterizzata da marcata obesità, intensa sonnolenza diurna, respiro rumoroso durante il sonno e policitemia.

    Nella metà degli anni cinquanta venne descritta una sindrome caratterizzata da marcata obesità, intensa sonnolenza diurna, respiro rumoroso durante il sonno e policitemia. La sintomatologia dei pazienti che ne erano colpiti, ricordava un personaggio del romanzo di Charles Dickens, “Il circolo Pickwick”, descritto come un ragazzo molto grosso, dal colorito rubicondo, che durante il giorno si addormenta ripetutamente. 
Fu coniato il termine “Sindrome di Pickwick”.

    Studi successivi hanno portato all’identificazione di un quadro patologico denominato OSAS (obstructive sleep apnea sindrome), caratterizzato dalla presenza, durante il sonno, di apnee prevalentemente di tipo ostruttivo. 
Da un punto di vista epidemiologico, ne è interessato , nei paesi occidentali, circa il 10 % della popolazione di sesso maschile e il 4% di quella femminile.

    I sintomi tipici sono sia notturni che diurni. 
Tra i primi troviamo: apnee, russamento, movimenti anomali, insonnia, nicturia e, soprattutto nei bambini, enuresi. Al secondo gruppo appartengono: cefalea mattutina, sonnolenza e grave compromissione della vigilanza e dell’efficienza che purtroppo spesso si traducono in un incremento del rischio di incidenti stradali o sul lavoro. Si possono verificare anche disturbi dell’ umore, deficit cognitivo e decadimento delle condizioni psichiche superiori (es. riduzione della memoria e dell’attenzione).
 Questa condizione si accompagna anche ad un aumento della mortalità per eventi cardiovascolari e l’identificazione di altri fattori di rischio, quali ipercolesterolemia, ipertensione, fumo di sigaretta, diabete, ipertrigliceridemia e obesità, è fondamentale per successive decisioni terapeutiche.

    La diagnosi può essere posta mediante registrazione polisonnografica notturna che può avvenire in regime di ricovero ospedaliero o anche domiciliare grazie all’uso di apparecchiature maneggevoli e poco ingombranti.

    Si possono individuare tre approcci terapeutici:

    1. Comportamentale
    2. Protesico-ventilatorio ( con CPAP o BiLevel )
    3. Chirurgico

    Esistono forti evidenze scientifiche che il trattamento dei disturbi respiratori ostruttivi correlati al sonno comporta positive ripercussioni sulla qualità di vita, sul rischio cardiovascolare e sulla mortalità dei pazienti. Dopo la scelta dell’intervento terapeutico devono essere effettuati controlli periodici con lo scopo di valutare gli effettivi risultati.

    Tra i disturbi respiratori del sonno troviamo anche il russamento. A questa condizione, molto diffusa nella popolazione, può far seguito l’insorgenza di un quadro conclamato di OSAS. La sua identificazione è dunque importante nella prevenzione dell’instaurarsi di un quadro clinico che comporta un aumento di morbilità e mortalità.

    Nella maggior parte dei pazienti obesi con OSAS una moderata perdita di peso e quindi una riduzione della circonferenza addominale fa regredire la sintomatologia respiratoria fino alla scomparsa delle apnee.
    Nel nostro Centro è possibilire effettuare la polisonnografia che serve a dignosticare l’ OSAS.

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      Disturbi alimentari (DCA): caratteristiche in comune

      Di seguito sono riportate le caratteristiche più peculiari e comuni di questi tipi di disturbi del comportamento alimentare “non classificabili”. Esse, oltre ad essere facilmente identificabili dai soggetti che ne sono affetti, sono oramai da tempo parte del bagaglio culturale dei professionisti del settore, che negli ultimi anni hanno potuto formulare dei protocolli di trattamento adeguati. 

      La sezione “caratteristiche comuni” dei disturbi del comportamento alimentare racchiude una eterogenea categoria diagnostica che contempla al suo interno manifestazioni alimentari scorrette caratterizzate da una sintomatologia clinicamente significativa che però non soddisfa i criteri diagnostici dei disturbi del comportamento alimentare ad oggi inquadrati a livello nosologico.

      I criteri diagnostici per un disturbo del comportamento alimentare “classico”, come l’anoressia nervosa o la bulimia nervosa, possono non essere soddisfatti a causa di una durata inferiore dei sintomi in termini di tempo, per una minore significatività clinica delle manifestazioni sintomatologiche, o per una sovrapposizione di sintomi appartenenti a diverse categorie diagnostiche.

      Sarebbe tuttavia un errore sottovalutare questi disturbi partendo dal presupposto che non godono ancora di una chiara ed autonoma collocazione diagnostica (Walsh, Garner 1997), soprattutto alla luce di recenti dati statistici che stimano molto elevata la loro incidenza sul totale dei disturbi del comportamento alimentare.

      Di seguito sono riportate le caratteristiche più peculiari e comuni di questi tipi di disturbi del comportamento alimentare “non classificabili”. Esse, oltre ad essere facilmente identificabili dai soggetti che ne sono affetti, sono oramai da tempo parte del bagaglio culturale dei professionisti del settore, che negli ultimi anni hanno potuto formulare dei protocolli di trattamento adeguati.

      Bassa autostima: è una delle caratteristiche più frequenti nei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare. La bassa autostima spesso spinge gli individui a sovrastimare l’apparenza corporea, riponendo nel raggiungimento della migliore forma fisica aspettative irreali di successo e di realizzazione personale.

      Inoltre, la poca stima di sé contribuisce a far affrontare in maniera eccessivamente negativa eventuali “sconfitte” o “ricadute” alimentari, favorendo l’insorgere di un altro aspetto comune nei soggetti con disturbi alimentari, e cioè i sensi di colpa.

      Sensi di colpa: l’imporre a se stessi una dieta troppo rigida stigmatizzando eventuali trasgressioni, non solo è un atteggiamento che favorisce l’accadimento di queste ultime, ma soprattutto rende facile l’insorgenza dei sensi di colpa a causa della non adempienza alle proprie prescrizioni. I sensi di colpa dunque innescano un circolo vizioso grazie al quale il soggetto alterna momenti di restrizione alimentare con altri di perdita di controllo, modalità alimentare che altro non porta che allo sviluppo di pensieri e comportamenti perpetuanti l’obesità.

      Sintomi depressivi: a lungo termine, l’incapacità di adempiere ad una rigida prescrizione alimentare unita allo sperimentare numerosi fallimenti, può favorire l’insorgenza di sintomi depressivi che, in alcuni casi, possono risultare così significativi da interferire con le attività affettive, sociali e lavorative dei soggetti. Inoltre, il probabile utilizzo del cibo come “antidepressivo”, tipico di questi soggetti, altro non fa che peggiorare in maniera inesorabile la situazione.

      Pensiero dicotomico: è il modo di pensare contraddistinto dalla caratteristica di catalogare le cose in maniera estrema, cioè bianche o nere, belle o buone, ecc. Questo atteggiamento, comune alle persone con disturbi del comportamento alimentare, risulta molto pericoloso in quanto rafforza il senso di fallimento di fronte anche ad una piccola “ricaduta” alimentare, favorendo l’insorgenza dei sensi di colpa e l’insinuarsi e il successivo perpetuarsi dei sintomi depressivi.

      Perfezionismo: con questo termine si fa riferimento all’abitudine di domandare a se stessi o agli altri una prestazione maggiore rispetto a quella richiesta dalla situazione. Questa tendenza è spesso accompagnata ad una valutazione critica del proprio comportamento (Frost et al., 1990).

      Sbilanciamento Devo/ Voglia
      Bisogno di esercitare il controllo
      Vergogna
      Eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee
      Colpevolizzazione ( stigma sociale)

      Alcune caratteristiche del perfezionismo possono essere viste come socialmente desiderabili ed appaiono essere funzionali dato che spesso sforzi elevati sono spesso associati a soddisfazione personale e ad un aumentato senso di autostima.

      D’altra parte la tendenza al perfezionismo può essere associata ad un forte bisogno di evitare fallimenti, ed in questo caso può favorire lo sviluppo di elementi stressiogeni, umore oscillante, difficoltà a creare legami ed incapacità a tollerare critiche, fallimenti ed errori con la conseguente rinuncia all’affrontare compiti giudicati difficili.


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        La terapia ambulatoriale dell’obesità

        L’obesità non è riconosciuta come un disordine del comportamento alimentare (DCA) e quindi non richiede necessariamente il ricorso ad un intervento di tipo psicologico, ma è ormai accettato che il suo trattamento si avvale positivamente di tecniche di tipo cognitivo comportamentale. 



        “L’obesità non è riconosciuta come un disordine del comportamento alimentare (DCA) e quindi non richiede necessariamente il ricorso ad un intervento di tipo psicologico, ma è ormai accettato che il suo trattamento si avvale positivamente di tecniche di tipo cognitivo comportamentale.

        Non serve prescrivere ai pazienti obesi la dieta e dire loro cosa fare e non fare. Limitarsi a prescrizioni sulla qualità e sulla quantità dell’alimentazione renderà il paziente passivo di fronte al suo cambiamento, che per essere significativo e duraturo deve nascere da una partecipazione attiva.

        Più ci si sente impotenti a gestire le situazioni difficili, più si spera in un miracolo. Il cambiamento, invece, si può raggiungere attraverso un impegno costante e la consapevolezza che esso può avvenire solo accettando i piccoli passi che costituiscono l’unica strada per un risultato vero e duraturo.

        La parola chiave deve essere “insegnare ed educare” e non “prescrivere”. Il paziente deve avere la percezione del controllo e per questo è basilare aiutarlo ad acquisire capacità di autogestione e abilità decisionali.

        Prescrivere una dieta istruendo il paziente sulle nozioni corrette che stanno alla base della normale alimentazione è semplice ma non risolverà il problema. Una volta impostato il programma dietetico (educazione nutrizionale volta ad una dieta normocalorica bilanciata o schema dietetico ipocalorico bilanciato), l’efficacia del trattamento deve essere verificata con controlli clinici periodici effettuati dal medico, meglio se in collaborazione con un dietista, a scadenza non superiore a 6-8 settimane fino al raggiungimento dell’obiettivo e ogni 4-6 mesi per i successivi 3 anni.

        I controlli clinici periodici dovranno comprendere la misurazione dei valori antropometrici ed un’attenta valutazione della compliance del paziente e della sua famiglia agli interventi proposti, valorizzando i miglioramenti, evidenziando eventuali difficoltà, con disponibilità a modificare eventualmente l’approccio iniziale.” ( tratto da linee guida ministeriali)

        Nel nostro Ambulatorio ci si avvale delle Linee guida ministeriali sopra riportate.
 Per una maggiore completezza di indagine si effettua anche la calorimetria indiretta, per lo studio del metabolismo a riposo e la bioimpedenza per la valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale.

        La letteratura medica evidenzia come l’assiduità alle visite periodiche   sia il parametro più predittivo del successo terapeutico. Pertanto il programma da noi proposto si articola con questa modalità ed è applicato anche nella prevenzione dell’Obesità e nella cura dei Disturbi Alimentari (DCA).

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          L’utilità della misura del metabolismo basale

          Il grosso ostacolo nella terapia dell’obesità rimane infatti quello della restrizione calorica che spesso viene superato grazie alla calorimetria la quale ci permette di quantificare le calorie oltre che la percentuale dei macronutrienti.

          In corso di regimi dietetici drastici, il dispendio energetico del soggetto a dieta si riduce in media del 20-40% .

          La prescrizione di una dieta con apporto calorico inferiore del 20% rispetto al  proprio valore di metabolismo basale , dopo circa tre settimane  può determinarne infatti una sua riduzione importante.

          La prescrizione di una dieta con un apporto calorico pari al dispendio energetico misurato nel soggetto evita invece tale riduzione.

          In questo modo, oltre che evitare l’adattamento metabolico e la compromissione della massa magra, si ottengono dei vantaggi notevoli a favore della compliance (adesione) dietologica.

          L’obeso che viene trattato con apporti calorici normali incomincia a rapportarsi ad una normalità dietologica prendendo atto che eliminando l’eccesso di cibo, e solo l’eccesso, può iniziare a rientrare naturalmente verso i limiti del normopeso.

          Questa convinzione va supportata e rinforzata perché è spesso alla base del successo terapeutico.

          La prescrizione di un apporto calorico soddisfacente le richieste energetiche del metabolismo evita la fame biologica a tutto vantaggio del controllo alimentare.

          Si perde peso perché si consuma con il movimento e non perché si priva l’organismo del suo fabbisogno. Si ottiene una prescrizione dietetica saziante che è di supporto alla terapia educazionale, ma che costituisce essa stessa una terapia educazionale e cognitiva.

          Si sfatano idee e pregiudizi riguardo la necessità di riduzioni drastiche per la perdita di peso. Ci si rapporta ad una normalità dietologica e non ci si sente diversi. Si intravvede quindi la possibilià di venirne fuori.

          L’obeso riscopre il piacere di sapersi controllare per un periodo lungo superiore a tutti i tentativi precedenti.

          E’ proprio il tempo il migliore alleato del programma educazionale nella terapia dell’obesità, in quanto permette di modificare positivamente l’autocontrollo, l’autostima, la dipendenza emozioni-cibo e di modificare la composizione corporea a favore della massa magra.

          Il tempo necessariamente lungo e una perdita di peso lenta ma costante sono i due parametri essenziali per ottenere tale risultato.

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            La prescrizione dietetica

            La prescrizione dietetica che accompagna la terapia educazionale dell’obesità, è un punto cardine da cui può dipendere il successo o il fallimento terapeutico.

            La maggior parte degli autori concorda sull’opportunità della perdita del 10% del peso corporeo, poiché tale risultato sembra determinare un beneficio metabolico importante.

            Perdite di peso maggiori non sono necessariamente da ricercare, perché la componente genetica attiverebbe in quel caso meccanismi di difesa quali l’adattamento metabolico.

            L’adattamento metabolico, ovvero la riduzione del dispendio energetico che avviene in riposta ad un regime restrittivo, sembra essere infatti una condizione di ostacolo al dimagrimento.

            Una dieta si definisce restrittiva quando il suo apporto calorico é inferiore al dispendio energetico a riposo del soggetto (metabolismo basale).

            Solo la misurazione del dispendio energetico, pertanto, può quantificare l’apporto di calorie e nutrienti da prescrivere per ottenere una perdita di peso ottimale senza che siano prodotti danni.

            Nella pratica terapica dell’ambulatorio dietistico specialistico del dott. Oliva, per esempio, dopo circa 5000 misurazioni del dispendio energetico dei nostri pazienti, abbiamo potuto verificare come il consumo energetico a riposo sia quasi sempre differente e spesso maggiore del dispendio calorico predetto dalla formula di Harris-Benedict (la più usata nella pratica clinica).

            Quest’ultima, infatti, non tiene conto di tutti i fattori che possono influenzare il dispendio energetico quali:

            • eventuale stato di patologia
            • abituale apporto calorico
            • macronutrienti della dieta
            • tendenza alla sedentarietà
            • quantità di massa magra metabolicamente attiva
            • attività del sistema nervoso simpatico
            • trattamenti dietetici precedenti
            • assetto ormonale tiroideo estrogenico e sensibilità all’insulina.

            Gli obesi sani che si iperalimentano, ad esempio, hanno dei valori ben superiori rispetto ai valori teorici. E tra gli obesi, quelli con accumulo di grasso prevalentemente viscerale hanno un dispendio maggiore rispetto ai ginoidi con obesità prevalentemente sottocutanea.

            Se è vero che il costo calorico per chilogrammo di peso è maggiore nei soggetti con composizione corporea tendente al magro è altrettanto vero che il dispendio totale nei soggetti obesi è ben superiore rispetto ai normopeso.

            Il dispendio energetico in un soggetto di riferimento è di circa 25 calorie per chilogrammo di peso che diventa 30-40 negli sportivi e 15-20 negli obesi. 
Un normopeso di 70 chili avrà una spesa energetica a riposo di 2100 calorie mentre un obeso di 120 chili avrà un dispendio di ben 2400 calorie.

            Questo livello calorico elevato ci permette di prescrivere diete sazianti (pari al metabolismo) e di ottenere il dimagrimento grazie all’attività motoria quotidiana.
 Nel nostro Ambulatorio di Mestre con Sense Wear Armband è possibile misurare anche le calorie consumate con le attività motorie giornaliere. La prescrizione dietetica sarà pertanto ancora più mirata alle esigenze individuali per aiutare il soggetto a gestire al meglio il suo peso corporeo
 e a perdere peso in modo sano ed equilibrato.


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              Medicina Estetica Funzionale

              Il benessere è una dimensione che può essere allenata. Presso l’Ambulatorio del Dott. Oliva sono disponibili diversi trattamenti estetici per enfatizzare e amplificare gli effetti di una terapia dietetica dimagrante.

               

              La medicina estetica funzionale è inserita in un contesto guidato verso” la cura di sè” che contempla sia glia aspetti interiori che esteriori della persona.

              Vengono offerte opportunità di cura efficaci sia per il corpo che per il viso. Praticate direttamente dal Dott.Luigi Oliva che vanta anche in questo campo un’esperienza trentennale

               

              TERAPIE INIETTIVE INNOVATIVE

              La mesoterapia è una terapia iniettiva locale per la riduzione delle adiposià localizzate, per la cura delle varie forme della cosiddetta “cellulite” e per migliorare la tonicità dei tessuti.

              E’ una tecnica terapeutica attuata da decenni ma continuamente resa innovativa grazie alla continua ricerca farmacologica che ha formulato principi attivi certificati per sicurezza ed efficacia.

              La disponibilità di diversi principi attivi permette al medico esperto in questo campo di personalizzare la terapia e garantirne i risultati.

              Tramite un multiniettore  a cui sono collegati cinque aghi di appena 4 millimetri o il singolo ago si inietta la soluzione farmacologica o i principi attivi di origine vegetale.

              Un ciclo di terapia per il corpo è di 10-15 sedute una o due la settimana.

              Un ciclo di terapia per il viso è di  3-5 sedute con frequenza periodica

              La mesoterapia dimagrante viene associata a un percorso dietologico, quella rassodante o drenante è svincolta dalla dieta.

              La mesoterapia per il viso può essere associata ad altri trattamenti come l’acido ialuronico, vitamine, polinucleotidi.

               

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              ACIDO JALURONICO

              L’acido jaluronico , nelle sue varie formulazioni, idrata, compatta e attenua le rughe. Idonei formulazione di acido jaluronico vengono utilizzare per dare volume alle labbra.

              E’ una tecnica iniettiva che ridona splendore alla pelle e riempie gli spazi che naturalmente si “svuotano” con l’età.

              L’acido jaluronico dà quello che speriamo diano le creme che utilizziamo quotidianamente.

              BIORIVITALIZZAZIONE

              Per una pelle più sana e compatta e per prevenire i “segni del tempo” si utilizzano principi attivi finalizzati alla rigenerazione cellulare . Utile in corso di dimagrimento per aumentare la tonicitaà del viso e del corpo.

              Volersi bene è anche avere rispetto del proprio corpo

              SCLEROTERAPIA

              Tecnica iniettiva locale per le varicosità degli arti inferiori, i cosidetti “capillari” e le varici. Previo lo studio della funzionalità venosa con l’esame doppler, si pragrammano delle sedute con frequenza settimanle e di numero proporzionale all’entità delle varicosità. E’ una terapia indolore che non compromette le normali attività giornaliere. I risultati ottenuti vanno stabilizzati con delle sedute di richiamo periodiche. Da fare prima della stagione estiva.

              VELASMOOTH

              VELA Smooth è una nuova apparecchiatura basata sulla provata tecnologia elōs™ e sfrutta la combinazione di tre fonti di energia (radiofrequenza, luce a infrarossi e Vacuum). VELA Smooth manipola meccanicamente i legami fibrosi, la pelle e lo strato di grasso. Nello stesso tempo fonisce un effettivo riscaldamento al grasso sottocutaneo oltre ad aumentare la stimolazione al mitocondrio. I legami si tendono, le cellule subiscono lisi (crollano) e sono assorbite, il metabolismo dell’area viene aumentato. Il risultato finale è un aspetto più liscio e più regolare e una riduzione generale della circonferenza.

              La radiofrequenza condotta fa aumentare la diffusione intracellulare dell’ossigeno, stimolando il tessuto adiposo fino a una profondità di 5-15 mm.
              La luce a infrarossi fa aumentare l’elasticità della pelle e stimola il metabolismo,  proteggendo contemporaneamente la pelle da qualsiasi danno.
              I rulli massaggiatori distendono la pelle per facilitare un’emissione d’energia sicura ed efficace. Questa azione è facilitata dagli elettrodi rotanti e autopulenti che assicurano un perfetto contatto con la pelle ed un’emissione efficace dell’energia.


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                Mesoterapia estetica: meccanismi di azione

                La Mesoterapia estetica è un trattamento medico che consiste nell’introduzione di sostanze attive mediante molteplici microiniezioni intradermiche superficiali al fine di correggere l’invecchiamento cutaneo, le rugosità, la cellulite, le adiposità localizzate.

                Particolarmente efficace nelle disfunzioni venose, linfatiche e nella mobilizzazione del grasso sottocutaneo dei glutei, addome e degli arti inferiori.

                Si tratta di un trattamento molto efficace, sempre che si realizzi nelle condizioni adatte e con i principi attivi corretti.

                Si tratta di un procedimento medico:

                • indicato per uomini e donne, incluse persone molto giovani;
                • con effetti terapeutici superiori e dimostrati a qualsiasi altra via di applicazione di una sostanza attiva;
                • con controindicazioni ed effetti secondari poco frequenti;
                • tecniche di facile applicazione;
                • ideale da combinare con altri procedimenti (filler, laser, IPL). Permette di ottimizzare i risultati di questi ed aumentare a sua volta la compliance del paziente.

                La mesoterapia ha 3 meccanismi d’azione:

                1. Stimolazione fisica (stimolo di origine meccanica prodotto dall’ago)
                2. Effetto farmacologico (dovuto all’azione di una soluzione o di una sequenza specifica di sostanze attive)
                3. Micro-dosaggio (la soluzione iniettata in micro dosi attiva un maggior numero di recettori cutanei)

                MESOTERAPIA VISO

                • Fornisce un’idratazione extra
                • Ridisegna il contorno del viso
                • Ammorbidisce le linee d’espressione e le rughe
                • Apporta turgore ai tessuti
                • Migliora la flaccidità
                • Uniforma la pigmentazione cutanea
                • Migliora la microcircolazione locale

                MESOTERAPIA CORPO

                • Attiva la mobilizzazione di grassi
                • Stimola il drenaggio linfatico e venoso
                • Attiva la microcircolazione sanguigna
                • Migliora l’interscambio di ossigeno nei tessuti
                • Aumenta la compattezza cutanea ( aumento del collagene)

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                  Le nuove forme di disturbi alimentari

                  Sono sempre più frequenti e sempre più “silenziose”: simili alle forme “classiche” ma prive di alcuni elementi caratteristici, sono oggetto di nuovi studi e indagini mediche e vanno monitorate con attenzione.

                  Giungono sempre più frequentemente alla nostra osservazione nuove forme di disturbi del comportamento alimentare.

                  Forme atipiche caratterizzate da pensieri e comportamenti per certi versi sovrapponibili o identici alle forma classiche quali l’anoressia o la bulimia nervosa ma che non rispondono a tutti i criteri diagnostici.

                  Manca ad esempio il sottopeso grave  oppure la frequenza delle abbuffate o i mezzi di compenso quali il vomito. Sono forme sempre più frequenti a differenza delle forme classiche che secondo alcuni autori sarebbero in decremento.

                  Riguardano soprattutto donne di età compresa tra i trenta e i cinquant’anni che in giovane età presentavano un disagio alimentare che non si è trasformato in un disturbo conclamato. Mancate anoressiche che non sono comunque mai guarite.

                  Spesso ciò che è assente è la consapevolezza della malattia perché non rientrando nelle forme classiche conosciute, descritte, divulgate non si riesce a inquadrarle correttamente.

                  La consapevolezza, l’identificazione, il giusto significato da attribuire ai sintomi rappresentano la premessa alla terapia che può, se iniziata tempestivamente, fornire delle soluzioni funzionali al cambiamento.

                  Scegli il percorso più adatto a te in presenza o online

                  Digiuno intermittente

                  Il digiuno intermittente  è uno schema alimentare che prevede l’alternanza tra periodi di astensione dal cibo con periodi di assunzione controllata di cibo. L’esame della calorimetria indiretta è utile per stabilire stabilisce l’esatta prescrizione dietetica.

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                  Percorso dietologico

                  Dedicato alle persone che nonostante sappiano il “cosa fare” non riescono a mettere in pratica il “come fare” perché incontrano, lungo il percorso, ostacoli e resistenze che non riescono a gestire. Se non sbagli dieta dimagrire è facile!

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                  Farmacologico

                  I farmaci per la cura dell’obesità come semaglutide e tirzepatide segnano un cambio di passo nella cura dell’obesità, la loro efficacia è superiore alle aspettative.

                  Cambio di passo nella cura dell'obesità Richiedi

                  Percorso mesoestetico

                  E’ un percorso che prevede l’attivazione del metabolismo locale tramite l’iniezione intradermica di principi attivi certificati per efficacia e sicurezza.

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