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Aprile

2020

Russamento e apnea

Il russamento occasionale e leggero è un evento che può capitare a tutti, ad esempio in occasione di un’infezione delle vie aeree superiori (con ostruzione nasale, o una tonsillite, faringite, ecc..) oppure dopo una cena specie se con accompagnamento di una quantità  maggiore di alcolici: il rumore è procurato essenzialmente dalla vibrazione del palato molle e aggravato dalla posizione supina. Di solito non comporta effetti significativi, rumore a parte.

Il russamento abituale o roncopatia (tutte le notti da almeno 6 mesi nell’adulto/maggiore o uguale a 3 notti/settimana nel bambino) non è altrettanto inoffensivo: al rischio di apnee, con sviluppo anche di importanti malattie sistemiche che possono ridurre la sopravvivenza del soggetto, si può associare un’importante sonnolenza diurna (Excessive Daytime Sleepiness o EDS) , anche durante la guida o altre attività che richiedano concentrazione, con sensibile aumento di incidenti stradali e/o lavorativi come statisticamente dimostrato.

Sul punto è intervenuto anche il Legislatore che con il decreto del 3 febbraio 2016 ha dettato gli indirizzi medico-legali da osservare per l’accertamento dell’idoneità  alla guida dei soggetti affetti da disturbi del sonno per apnee ostruttive notturne (o sospettati di essere affetti da tale patologia): nei casi accertati non sarà  possibile la concessione o rinnovo della patente senza dimostrazione di trattamento efficace della roncopatia.

A ciò si aggiunge che in caso di russamento abituale diminuisce il livello di benessere soggettivo, come evidenziano le varie scale utilizzate per misurarlo, e anche il benessere del partner, e quindi anche la qualità delle relazioni di coppia, in rapporto soprattutto all’intensità e alla frequenza del russamento, può risultare compromesso.

Al russamento abituale si possono associare quadri di ostruzione respiratoria con conseguente sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS): se la chiusura al transito aereo è parziale si determina una riduzione del flusso (ipopnea) ma quando la faringe si chiude completamente, la respirazione cessa (apnea). La conseguenza dell’ostruzione è che man mano che l’apnea procede, l’ossigeno nel sangue diminuisce (ipossiemia) e l’anidride carbonica aumenta (ipercapnia): il cervello viene avvertito di ciò, e invia una sorta di messaggio di allarme con una conseguente attività  di “risveglio” (arousal) che provoca l’attivazione dei muscoli dilatatori della faringe (quelli che si rilassano nel sonno) e quindi la sospensione dell’apnea per cui il soggetto effettua di solito tre o quattro respiri fragorosi, e l’ossigenazione torna a livelli accettabili.

I risvegli sono nella grande maggioranza dei casi di brevissima durata, e non vengono ricordati al mattino. Qualche volta invece il paziente si sveglia con la sensazione, del tutto realistica, di soffocare.

Dopo il microrisveglio la situazione si normalizza, il sonno torna profondo, le vie aeree possono di nuovo chiudersi per effetto del rilassamento muscolare, e il ciclo ricomincia. Questa situazione di “va e vieni” fra periodi di apnea e momenti di iperventilazione può ripetersi anche centinaia di volte nel corso di una notte.

Le conseguenze di una tale situazione possono verificarsi durante il sonno (il soggetto si sveglia o comunque dorme male) o al risveglio e durante il giorno.

I sintomi più frequenti delle OSAS possono essere così classificati:

-Tipici :

  • Russamento
  • Sonno non riposante
  • Sonnolenza diurna
  • Cefalea mattutina

-Comuni:

  • Nicturia (necessità di alzarsi per urinare)
  • Chocking (soffocamento)
  • Riduzione della libido (desiderio sessuale)
  • Enuresi (urinare durante il sonno)

Alcuni fattori potenzialmente modificabili, quali l’alcolismo, il fumo di sigaretta e la deplezione di estrogeni durante la menopausa, sono in grado di favorire la sindrome apnoica ma soprattutto è l’aumento del BMI
con valori indicanti la presenza di sovrappeso (BMI= 25-29.9) o dell’obesità
(BMI > o = a 30) a interferire negativamente con l’OSAS tant’è  la riduzione di anche solo il 10% del peso in eccesso è in grado di migliorare in maniera clinicamente significativa l’indice di apnea-ipopnea.

 

 

Dr. Cazzato Giorgio Specialista Otorinolaringoiatra, collabora con l’ambulatorio del Dott.Oliva per la diagnostica ( polisonnografia) e per l’eventuale percorso terapeutico.


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