I pazienti obesi non devono essere sottoposti a diete rigide: la rigidità non deve essere presente né in calorie né in continui messaggi allarmanti e raccomandazioni.
L’adattamento metabolico, la compromissione della massa magra, la perdita di controllo e i pensieri negativi fallimentari porterebbero all’insuccesso terapeutico.
L’attenzione dei terapeuti va rivolta all’obeso che è fatto sì di massa corporea eccessiva ma anche e sopratutto di pensieri e comportamenti alterati.
L’obesità è una malattia che va studiata mentre l’obeso è una persona che prima di tutto va capita per essere curata.
La genetica, le disfunzioni ormonali, i danni metabolici non possono prescindere dalla persona che vive ,che pensa e che lotta con i suoi pensieri dietologici errati di cui spesso è vittima inconsapevole.
L’educazione alimentare, il supporto comportamentale e la modifica della sedentarietà sono gli strumenti che se associati ad una prescrizione dietetica mirata ai fabbisogni nutrizionali di ogni individuo sono la vera garanzia di risultato.
Un corretto bilancio energetico e dei nutrienti crea salute, la modifica dei pensieri dietologici disfunzionali crea benessere.