La necessità o il bisogno di tenere tutto sotto controllo, sintomo specifico dei DCA, porta certi soggetti (normo o leggermente sovrappeso) a vivere per anni controllando rigidamente il cibo per controllare il peso e stare bene solo di conseguenza. Stare bene non perché si riesce a gestire il cibo e quindi il corpo ma perché si esercita il controllo.
Si prova piacere nell’esercitare il controllo. Un piacere che è dipendenza visto che non se ne può fare a meno e si sente il bisogno di esercitarlo sempre di più.
Questo tipo di comportamento ad esempio è presente in chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare come l’Anoressia Nervosa. In questa condizione patologica la persona mette in atto la restrizione alimentare e in questo modo esercita il controllo su ciò che assume, inoltre focalizzando la sua attenzione sul peso ha sempre la possibilità di controllare. Questo tipo di comportamento dal punto di vista celebrale attiva la via dopaminergica andando a stimolare i centri del piacere. Pertanto si parla di vera e propria dipendenza da controllo.
Questa categoria di persone controllo-dipendenti giunge alla nostra osservazione quando “il corpo non risponde più”, quando sentono di non riuscire come prima, quando hanno il terrore di perdere il controllo. Vivono apparentemente bene solo grazie a questo, vanno dal dietologo chiedendo una dieta drastica e un aiuto nel controllarsi. Un aiuto per continuare a stare male.
“Dottore mi sgridi, non vede che non riesco a perdere un grammo. Mi aiuti a controllarmi. Mi controlli.”
E’ questo il grido disperato di Maria normopeso da sempre iper-controllata e controllore di tutto e di tutti. Emerge lentamente il suo disagio, si scopre e incomincia a vedere se stessa per quella che è, inizia a sentire la necessità della cura che non è del corpo ma della mente.
Si tratta di malattie multidimensionali che richiedono risposte interdisciplinari.