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Aprile

2018

Acqua, sai cosa bevi?

Partendo dal presupposto che il nostro organismo è fatto per il 60% di acqua si capisce la vitale importanza di quest’elemento per l'uomo.

Potremmo sopravvivere alcune settimane senza cibo, ma solo pochi giorni senza acqua: una disidratazione del 10% comporta seri problemi per l’organismo che rischia la morte per variazioni del 20-30%.
Anche un eccessivo consumo di acqua può risultare dannoso, non tanto per l’acqua in sé quanto per la diluizione degli ioni nei fluidi biologici.

L’apporto idrico giornaliero deve essere tale da compensare le perdite giornaliere di acqua dovute a urine, feci, perspiratio insensibilis e sudore: 2200 ml per le donne, 2900 ml per gli uomini.
Tale quantitativo si ricava da alimenti e bevande assunte durante il giorno e dalla produzione endogena di acqua derivante dal catabolismo di glucidi, lipidi e protidi.

 

In natura l’acqua non si trova mai allo stato puro (H2O). Sono sempre soluzioni saline, la cui concentrazione può variare in modo notevole (es. bassa nell’acqua piovana, altissima nell’acqua di mare).

Nel percorso attraverso il terreno l’acqua si mineralizza per il contatto più o meno prolungato con le rocce che cedono gli ioni responsabili delle sue proprietà anche terapeutiche.
In Italia sono attualmente commercializzate circa 260 tipi diversi di acque minerali in bottiglia, che differiscono per caratteristiche organolettiche e nutrizionali particolari.
Una scelta consapevole può essere un valido supporto nel riequilibrio di particolari situazioni patologiche.

Le acque minerali presenti in commercio vanno innanzitutto distinte per il loro contenuto in sali minerali che a temperatura di 180° determinano il residuo fisso dell’acqua.

Minimamente mineralizzate: < 50 mg/dl
Oligominerale: tra 50 e 500 mg/dl
Mediominerale: tra 500 e 1500 mg/dl
Ricca di sali minerali: > 1500 mg/dl.

Minimamente mineralizzate e oligominerali

Per il loro basso contenuto di sali minerali favoriscono la diuresi con eliminazione di azoto, cloruri, magnesio e fosforo. Sono indicate nella ricostituzione del latte in polvere in età pediatrica, nel corso di infezioni delle vie urinarie e tossicosi. 

Mediominerali

Dato il buon contenuto in sali minerali sono indicate nelle varie fasi della crescita, soprattutto se ricche di calcio. Per la loro elevata concentrazione in bicarbonati e il conseguente effetto tamponante sono utili negli stati di chetoacidosi e nelle dispepsie ipercloridriche. Vanno consigliate in tutte le situazioni di intensa sudorazione quali l’attività sportiva (in cui è consigliabile un’assunzione di liquidi prima dell’esercizio fisico) in cui sembrano inoltre avere un effetto tampone sull’acido lattico con conseguente innalzamento della soglia di resistenza alla fatica. .

Ricche di sali minerali

Ad uso quasi esclusivo delle terapie termali e delle crenoterapie. Non vanno utilizzata nell’alimentazione dei bambini.

In base alla composizione salina possono essere definite in diversi modi.

Classificazione acque minerali,  tenore in: (quantità mg/l)

  • Bicarbonato: bicarbonato > 600
  • Solfata: solfati > 200
  • Clorurata:  cloruro > 200
  • Calcica: calcio > 150
  • Magnesica: magnesio > 50
  • Fluorata: fluoro > 1
  • Ferruginosa: ferro bivalente  > 1
  • Sodica: Sodio > 200
  • Per diete povere di sodio: sodio < 20

Indicazioni

Gravidanza e allattamento

Scegliere acque con residuo fisso inferiore a 200 mg/l, da alternare ad acque con residuo fisso superiore 50 mg/l preferibilmente calciche. Bere circa 2 lt al giorno.

Diluizione dei latti

Preferire acque oligominerali in cui siano assenti i nitriti.

Sportivi

Utilizzare acqua mineralizzata per reintegrare liquidi e sali minerali persi con la sudorazione, favorire l’eliminazione delle scorie azotate e correggere l’acidosi metabolica dovuta allo sforzo muscolare.

Anziani 


Alternare acque oligominerali e minerali
preferibilmente ricche di calcio per favorire la reidratazione e ridurre la perdita di massa ossea.

Stipsi

Sono consigliate le acque mineralizzate che stimolano una maggior peristalsi, in quanto a livello intestinale rimane una quantità di liquidi maggiore.

Iperuricemia

La terapia idroponica permette una emodiluizione dell’acido urico che viene più facilmente mobilizzato dai tessuti favorendone l’eliminazione per via renale.

Ipertensione arteriosa


Nei soggetti ipertesi che rispondono ad una dieta iposodica è utile controllare l’acqua assunta il cui contenuto di sodio deve essere inferiore a 20 mg/l.

Controindicazioni

In alcune patologie (es.insufficienza renale) la quantità di acqua assunta deve essere controllata.

La presenza di nitrati nelle acque può diventare un pericolo per la salute: quando sono ridotti a nitriti si legano ad ammine con la formazione delle nitrosammine, molecole potenzialmente cancerogene. Il limite per i nitrati è di 45 mg/l.

Acque sodiche Controindicate in soggetti ipertesi

Acque ferruginose 

Possono aggravare la sintomatologia in soggetti con gastroduodenite

.Acque fluorate  

Oltre i 1,5 mg/l un uso eccessivo portare a fluorosi di cui a formazione di macchie scure sui denti è un segno.

Acque gassate 

Nei soggetti con gastrite sono sconsigliate in quanto incrementano la secrezione gastrica.

BIBLIOGRAFIA:
“Guida all’uso ragionato delle acque” a cura di Alessandro Zanasi
“Pianeta acqua” a cura di Alessandro Zanasi


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